Scacchiera: Parte A - 14.11





Qualcuno occupando la stanza che ancora conserva gli oggetti personali del suo precedente occupante scopre, al momento di prenderne possesso, qualcosa che non aveva avvertito (…) dei minuscoli scarabocchi, fatti a matita sulla carta da parati della parete, appena dietro le cortine del capezzale del letto…

Enric Miralles – Tratto da “Metamorfosi del paesaggio” di Fredy Massad e Alicia Guerrero Yeste 



Se per Zaha Hadid disegnare e dipingere rappresentano un atto fortemente strutturante del pensiero compositivo, per Enric Miralles la continua ansia di conoscenza è alla base delle sue esplorazioni. Il fatto di voler capire e conoscere in maniera quasi ossessiva il funzionamento delle cose è alla base del ragionamento compositivo di Miralles, il quale fa degli “stimoli” e delle “influenze” i diretti modi di operare; non a caso buona parte delle ispirazioni degli elaborati dello stesso sono per l’appunto “stimoli” indotti da un mondo del tutto estraneo a quello dell’architettura (poeti, filosofi, scrittori, pittori, scultori).

L’architettura di Miralles non è affatto il risultato di una “impostazione aprioristica” ma tutto materiale che prende forma in seguito ad uno studio fatto su tutte le “particolarità”  del singolo progetto intrapreso in quel momento;

Una cosa della quale bisogna sempre tenere conto, è l’importanza che Miralles attribuisce all’intorno, e come “fonde” la struttura architettonica concepita con una forte energia espressiva.

Enric Miralles, in coppia con Carme Pinós, Spagnoli, emergono professionalmente parlando con la progettazione e realizzazione del “Municipio Hostalets de Balenya nei pressi di Barcellona – 1986/92 ed è una delle prime opere a viaggiare con l’ottica del “paesaggio come metafora”. 
Altra grande opera sarà il “centro di tiro con l’arco” a Barcellona, in cui l’architettura si conforma in base all’andamento della luce solare ma allo stesso tempo diviene espressione della freccia scoccata. 

Altra grande opera, che questa a tutti gli effetti si fa carico del contesto,dell’orografia del territorio scelto, e delle opere significative (parco Guell – Gaudì) sarà il cimitero di Igualada, realizzato trà il ’91 e il ’95. Quest’opera purtroppo sembra essere un monito per lo stesso Miralles, il quale morirà prematuramente nel 2000. 

Di lui rimangono “forme sinuose, astratte, piani inclinati, orizzontali galleggianti, profili complessi.  Rimane l’intenzione di trasmettere dinamismo, di generare un dialogo tra gli elementi architettonici e il terreno, di suscitare una tensione quasi palpabile con l’intento di provocare l’utente e far si che non rimanga indifferente davanti allo spazio generato.




Fonti:
  • Architettura e Modernità – Antonino Saggio
  • “Metamorfosi del paesaggio” di Fredy Massad e Alicia Guerrero Yeste


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